Elenco di prodotti per marca LUNARIA

Nel 1964, 35 viticoltori si uniscono per dare vita un sogno: la Cantina Sociale del paese di Orsogna, nata a seguito della forte frammentazione agraria del territorio dove tante piccole aziende a conduzione familiare hanno trovato nell’aggregazione la soluzione per garantirsi la sopravvivenza. Oggi i soci sono 450 tutti vignaioli che dal territorio nel tempo hanno assorbito la cultura, la tradizione, l’esperienza, le conoscenze dei nonni. Il nucleo base della cantina sociale è la piccola azienda agricola dove l’esperienza accumulata e la conoscenza e i saperi sono trasmessi alle nuove generazioni. Le aziende agricole familiari hanno la loro forza nell’equilibrio, nella fatica e non sono legate alla rigida organizzazione delle giornate lavorative tipiche delle grandi aziende, qualità che viene trasferita nel cibo diventando garanzia per i consumatori.

La storia di Lunaria inizia nel 2003 quando alcuni soci vignaioli della Cantina Sociale di Orsogna, già biologici, sposano l’idea promossa dalla cooperativa di condurre i vigneti secondo i principi dell’agricoltura biodinamica, condividendo l’importanza di salvaguardare il territorio, la sua biodiversità e le esperienze e le tradizioni agricole.
I vignaioli, soprattutto i biodinamici, sono figure fondamentali per il territorio da salvaguardare in modo da evitare che non abbandonino una tradizione così importante per la viticoltura, ma anche per la biodiversità.

L’agricoltore biodinamico ha un profondo legame con la natura, rispetta i suoi ritmi, promuove la fertilità e la vitalità del terreno e produce frutti che dal punto di vista alimentare sono estremamente più ricchi in quanto provenienti da terreni in stretta connessione tra l’uomo e l’ambiente.
L’agricoltore biodinamico è un patrimonio da tutelare e salvaguardare, la società deve riconoscere il suo ruolo centrale nel mantenere gli equilibri ambientali, produrre frutti di alto valore qualitativo e favorire la vita e la biodiversità. I dettami e le filosofie biodinamiche non sono precetti dogmatici o religiosi, ma orientamenti a cui deve tendere l’agricoltore: la naturalità della conduzione agricola, il rifiuto della chimica, la riduzione dell’uso di mezzi meccanici e il mantenimento della fertilità dei suoli.